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Sei qui:Home » Varie » Affitti brevi e turistici, nasce il codice identificativo: come funziona il CIN
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Affitti brevi e turistici, nasce il codice identificativo: come funziona il CIN

19/12/20233 Mins Read
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In arrivo per chi offre in locazione stanze e appartamenti non solo un aumento della tassazione con la cedolare secca al 26 per cento in caso di più appartamenti, ma anche un nuovo sistema a cui adeguarsi.
Il Decreto Anticipi prevede l’introduzione di un codice identificativo destinato alle unità immobiliari ad uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche,

alle unità immobiliari ad uso abitativo destinate alle locazioni brevi, alle strutture turistico ricettive alberghiere ed extra alberghiere da ottenere presentando domanda al Ministero del Turismo, a cui sarà affidata la banca dati nazionale.

Anche nei territori dove è già prevista una misura simile sarà necessario procedere alla ricodificazione.

Il CIN diventa una sorta di bollino di garanzia: chiunque affitti per brevi periodi (fino a 30 giorni) o per finalità turistiche un appartamento, o anche solo una stanza, deve esporre il codice all’interno dello stabile e

indicarlo anche negli annunci utilizzati per promuoverlo. Stesso discorso vale per i titolari delle strutture alberghiere o extra alberghiere.

Gli spazi utilizzati per gli affitti turistici o per gli affitti brevi in forma imprenditoriale devono essere muniti dei requisiti di sicurezza degli impianti e devono essere dotati di sistemi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio e di estintori.

A monitorare il rispetto delle regole legate al CIN sugli affitti brevi e turistici saranno l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza: anche con l’aiuto della tecnologia, l’impegno prioritario sarà quello di individuare coloro

che concedono in locazione unità immobiliari ad uso abitativo ma non richiedono il codice identificativo nazionale.
Per questa mancanza sono previste sanzioni che vanno dagli 800 agli 8.000 euro, in base alle dimensioni della struttura.
Ma anche chi richiede e ottiene il CIN e non lo espone è chiamato a pagare una multa che va dai 500 ai 5.000 euro, sempre calcolata con gli stessi criteri.

Dai 600 ai 6.000 euro, invece, vanno le sanzioni relative ai requisiti di sicurezza che si integrano con le disposizioni già regolate dalla normativa.

Chiunque, direttamente o tramite intermediario, esercita l’attività di locazione in forma imprenditoriale, deve ottenere la SCIA, la segnalazione certificata di inizio attività, presso lo sportello unico pelle attività produttive (SUAP)

del comune del territorio di riferimento. Per questa eventuale inadempienza è prevista una multa va dai 2.000 ai 10.000 euro.

Le misure si integrano con le novità che riguardano la cedolare secca contenute nella Legge di Bilancio 2024 e delineano un nuovo quadro di regole su affitti brevi e turistici.

cin affitti brevi

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