“La valorizzazione dei prodotti agricoli di un territorio passa attraverso la cucina agrituristica, e solo attraverso la forza della rete tra le aziende agricole e gli altri attori del territorio, si mantengono forti le tradizioni e si fanno conoscere quelle tipicità e quei gusti che amiamo chiamare biodiversità”, queste le parole di Franca Dino presidente di Turismo Verde Cia Piemonte ha introdotto la prima tappa del percorso formativo per la qualifica di Agrichef, che coinvolge operatori agrituristici Cia delle province di Asti e Alessandria.
Tra protagonisti il cardo Gobbo di Nizza, Pat e presidio Slow Food, il cui vicepresidente della Condotta di Alessandria e colline nicesi Piercarlo Albertazzi ha descritto le peculiarità, insieme ad alcuni produttori del Consorzio. Ad esaltare il valore ci ha pensato del Gianni Bonadio, docente dell’Istituto Alberghiero di Agliano Terme che ha rivelato molti trucchi del mestiere e tecniche di cucina, sempre con un occhio alla tradizione contadina più semplice e alla valorizzazione di tutta la materia prima, come ad esempio l’utilizzo del quinto quarto nel “vero” fritto misto alla piemontese.
Ospiti di Giacomo Bianco, presso l’Agriturismo la GepPina di Agliano Terme, si è poi parlato del Nizza Docg di cui i fratelli Bianco sono produttori, ma anche di Barbera d’Asti con l’Azienda I Moie di Francesca Pronzato di Acqui Terme e dei Carciofi del Surì dell’azienda La Tartufaia di Mombercelli, altra importante tipicità, salvaguardata nel tempo da Egidio Gagliardi.




